Casa dos Ipês

en years ago, when StudioMK27 tried to do a project using exposed concrete, many builders said that this was practically impossible. Yeah, Right – Brazil that has a vast modern tradition in the use of raw concrete? During a determinate period, in the 90´s, the use of the material declined sharply, restricted to the few architects that used it experimentally e sporadically, without fixing a constructive know-how. Concrete is, on the other hand, a type of x-ray of the construction and of the passing of time, where the surface is impregnated not only with the smallest defects but also the knots of the wood. It is liquid stone, as has already been said. The experience of constructing in raw concrete during these last ten years has shown StudioMK27 the impracticality of making an absolutely perfect material. The House of Ipês incorporates this experience of design and construction in exposed concrete. In this house the material is used in a radical manner throughout the upper volume and, as such, the large concrete Box appears to be floating atop a glass volume. In the living room, which continues to the veranda and the garden, the doors open entirely, diluting the division between interior and exterior. The main entrance is done through pivoting panels that also open entirely to the front garden. In the internal space, a long irregularly-shaped sofa wriggles around the room, constructing a space with no hierarchy among the different orientations. On the top floor, a TV room distributes the circulation to the bedrooms, which are lit by a wood block on the concrete wall of the facade. The wooden brises offer the interior great thermal comfort and makes it possible to totally control the lighting. The structure of the house incorporates large spans which accentuate the Idea of a floating Box, besides propitiating a totally free and continuous space. The use of raw concrete refers to modern buildings, aesthetically and functionally, as in a dialogue with this modern architecture. The House of Ipês, with its grand spans and brute material, transpires a sobriety and the concrete impregnated by the passage of time, exposes the existence of the life of the building.

Paraty House

La Paraty House di Marcio Kogan e Suzana Glogowski si presenta come un volume composto da due scatole di cemento armato ancorate al fianco della montagna di un’isola brasiliana. Due prismi moderni tra gli enormi massi del litorale. I volumi del progetto, esterni alla montagna, sono posti quasi all’altezza della spiaggia, a sbalzo su di essa per 8 metri. La casa, con abilità strutturale, trova equilibrio nella topografia del terreno, e costituisce una sorta di accesso aperto e ampio a una natura praticamente incontaminata. Fra le rocce di Paraty, nella fitta foresta pluviale dell’isola, si scopre questo volume ortogonale che penetra nel verde e da cui si ha subito accesso al cuore della casa che ospita un’importante collezione di mobili del XX secolo progettati, tra gli altri, da George Nakashima, Luis Barragan, Lina Bo Bardi, Sérgio Rodrigues, Joaquim Tenreiro e Zanine José Caldas. Gli abitanti arrivano solo in barca: l’ingresso della casa, a cui sia accede dopo aver attraversato la spiaggia, avviene tramite un ponte metallico che, passando al di sopra di una piscina in cristallo, conduce alle scale che collegano al volume più basso in cui vi sono soggiorno, cucina e servizi. Questo spazio continuo interno ha una lunghezza di 27 metri ed enormi vetrate per permettere la vista-mare. Le stesse scale conducono al volume superiore che ospita le camere da letto. Nella parte anteriore della casa, pannelli retrattili di rami di eucalipto proteggono le stanze dal sole. Gli spazi che si affacciano verso il monte hanno piccoli patii interni con illuminazione zenitale e calcestruzzo a vista trattato con una particolare texture. Tutta la parte superiore della casa è coperta da terrazze, osservatori per gli abitanti, o da giardini per le sculture e per le piante medicinali e le erbe commestibili.

BIANCOCUBO

Una ristrutturazione lineare dalle linee pulite e dall’anima funzionale ed ecologica. BIANCO CUBO è un intervento di riqualificazione e ristrutturazione che si ispira all’architettura moderna europea. Grande attenzione è stata rivolta all’utilizzo di materiali innovativi e nuove tecnologie ecosostenibili.

UnipolSai Headquarters

L’edificio è concepito come completamento di piazza Gae Aulenti, in zona Porta Nuova a Milano. L’edificio è composto dalla sovrapposizione di due nastri, il primo segue l’andamento della piazza, il secondo si muove verso l’alto. Il corpo basso riprende l’allineamento degli edifici circostanti e piega orientandosi sull’asse viario principale. La variazione nel ritmo degli elementi verticali della facciata crea differenti livelli di permeabilità. Le corti verdi, insieme alla piazza verde / giardino botanico, migliorano il comfort e la vivibilità degli spazi interni e dei luoghi di lavoro, contribuendo al benessere bioclimatico.
Concorso ad inviti
Milano, Italia
2015
Committente: UnipolSai
Superficie costruita: 15.000 mq

Quattro Corti

Il Business Centre Quattro Corti si trova nel nucleo storico della città di San Pietroburgo, molto vicino alla cattedrale di Sant’Isacco. Il progetto prevede la realizzazione di un edificio moderno, mantenendo tuttavia le facciate storiche dei due edifici che occupavano in precedenza il sito. Nel volume così realizzato sono state scavate quattro corti per illuminare gli spazi interni, con funzione di luogo di incontro aperto a installazioni artistiche, mostre e altre attività pubbliche. Le facciate di queste corti sono composte di pannelli di vetro specchiante installati con diverse inclinazioni. Col variare dell’illuminazione nel corso della giornata le facciate si animano di riflessi, con un suggestivo effetto caleidoscopico. I vetri di ognuna delle corti hanno una colorazione diversa – oro, verde, azzurro, bianco – ispirata alla ricchezza cromatica delle architetture storiche di San Pietroburgo. Il complesso è destinato principalmente alla sede della società Gazprom Neft, ma ospita anche un ristorante all’ultimo piano.
Concorso ad inviti, primo premio
San Pietroburgo, Russia
2006 / 2010 – Costruito
Committente: Galaxy LLC
Superficie costruita: 23.500 sqm
© Andrea Martiradonna

Bentini Headquarters

La nuova sede amministrativa e operativa della società Bentini è costituita da un volume unitario e lineare arretrato rispetto al fronte stradale ed è stato progettato con standard qualitativi elevati, che uniscono alla grande flessibilità degli spazi interni un disegno di pianta semplice e ben organizzato sui vari livelli. Il fronte sul lato della strada conferisce un carattere distintivo e unico all’edificio, ed è realizzato sovrapponendo alla vetrata continua degli uffici una struttura a griglia modulare di filtri solari orientati, che ripartisce la facciata in vani rettangolari di varie dimensioni. Il lato posteriore dell’edificio è progettato per mantenere una continuità visuale forte con la campagna circostante attraverso una facciata totalmente vetrata. L’ultimo piano è stato pensato come uno spazio utilizzabile per eventi e convegni anche dalla popolazione residente, dando l’occasione di vivere lo spazio dell’azienda che si apre alla città che la ospita.
Faenza, RA, Italia
2009 / 2011 – Costruito
Committente: Bentini S.p.a.
Superficie costruita: 6.500 mq

© Andrea Martiradonna

Uffici Dolce&Gabbana

La sede per uffici e showroom di Dolce & Gabbana a Milano rappresenta il risultato di un attento processo di consolidamento e recupero di due edifici adiacenti e collegati tra loro, uno dei quali risalente agli anni venti e l’altro agli anni sessanta. La facciata dell’edificio più recente è stata completamente rifatta e realizzata in vetro, segnata dal ritmo serrato degli elementi frangisole verticali in vetro opalino. Sviluppato su cinque piani e due interrati, il complesso ospita nella parte storica gli uffici e gli spazi di rappresentanza, mentre nell’edificio vetrato gli showroom si sviluppano a open space per tre piani, per chiudere all’ultimo con delle piccole terrazze ricavate dall’articolazione dei volumi del ristorante. Il progetto è basato su principi architettonici di grande rigore, con l’uso di materiali naturali come la pietra bianca Namibia, e materiali trasparenti e riflettenti, come il vetro e la lamiera d’acciaio lucida.

La sede per uffici e showroom di Dolce & Gabbana a Milano rappresenta il risultato di un attento processo di consolidamento e recupero di due edifici adiacenti e collegati tra loro, uno dei quali risalente agli anni venti e l’altro agli anni sessanta. La facciata dell’edificio più recente è stata completamente rifatta e realizzata in vetro, segnata dal ritmo serrato degli elementi frangisole verticali in vetro opalino. Sviluppato su cinque piani e due interrati, il complesso ospita nella parte storica gli uffici e gli spazi di rappresentanza, mentre nell’edificio vetrato gli showroom si sviluppano a open space per tre piani, per chiudere all’ultimo con delle piccole terrazze ricavate dall’articolazione dei volumi del ristorante. Il progetto è basato su principi architettonici di grande rigore, con l’uso di materiali naturali come la pietra bianca Namibia, e materiali trasparenti e riflettenti, come il vetro e la lamiera d’acciaio lucida.

© Andrea Martiradonna
© Matteo Piazza
© Alberto Piovano
© Ruy Teixeira

SLIDE SHOW

Milano, Italia
2005 / 2006 – Costruito
Committente: Dolce&Gabbana S.r.l.
Superficie costruita: 5.000 mq
© Andrea Martiradonna
© Matteo Piazza
© Alberto Piovano
© Ruy Teixeira

Blaas snc

Nella nuova sede l’azienda di elettromeccanica Blaas presenterà la sua gamma di prodotti e offrirà assistenza ai propri clienti. Al piano terra dell’edificio vi è l’emporio vendita, al primo piano la sala esposizione e l’officina di riparazioni, infine al secondo piano gli uffici amministrativi. La costruzione manifesta nel suo insieme omogeneità e compattezza. Esiste comunque una separazione netta fra il settore aperto al pubblico e quello privato. Questa suddivisione chiara e formale dei diversi settori dell’edificio viene percepita dal cliente anche dall’esterno.

Cubatura edificio: 11.000 m³
Superficie totale: 1.250 m²
Costi di costruzione: 2,5 mil. Euro

The projects Blaas is the fruit of a special focus to the client’s needs, the context and the utilisation. For the Blaas project, a trading firm for the solid building, a contained architecture in fair faced concrete and glass gives maximum prominence and visibility to the displayed items.

casa V 0399

progetto di ristrutturazione ed ridisegno di un immobile sito nel Comune di Avola (SR), in zona montana.
L’intervento pensato per la realizzazione di un’abitazione unifamiliare, ridisegna e ristruttura una villetta degli anni ’80, definendo una linea architettonico-stilistica di pregio anche grazie all’uso di materiali e tecniche costruttive locali declinate in un linguaggio ed un uso più contemporaneo.
L’anonimo e confuso volume edilizio originario viene innanzitutto depurato da sovrastrutture ed eccessi alla ricerca di una forma di base più “pulita” ed essenziale, poi l’uso della pietra arenaria di Siracusa, del ferro ossidato e del legno doverà a questo una nuova veste ed un carattere.
Al di là della creazione di uno spazio interno più confortevole e attento agli usi, al gusto e alle esigenze attuali, grande attenzione è data allo spazio esterno che in progetto può contare di un’ampia terrazza belvedere sottesa da un romantico pergolato, e di una zona barbecue ben ombreggiata ed accessoriata di griglia, forno a legna, piani di lavoro e sedute.
Completa il novero delle attrezzature esterne, l’area relax a servizio della camera padronale ed il giardino ricco di mandorli ed ulivi.