Sulla traccia dei Bastioni

Il progetto si colloca in una delle zone della città in cui la presenza-assenza delle antiche mura proietta ancora la sua ombra, una zona in cui la fine della città e l’inizio della collina, un tempo campagna, presenta ancora un limite evidente, tangibile.
Siamo nel tessuto della prima espansione ottocentesca, laddove attorno alle prime costruzioni rurali esterne alle mura cominciava a formarsi un nuovo tessuto urbano a bassa densità, nuove case su antichi tracciati.
Il progetto per il restauro dell’antica fabbrica comincia dall’esterno con il ripristino della colorazione originale delle facciate e la riscoperta del carattere primigenio semplice ed “onesto” dell’architettura fiorentina al di fuori delle mura.
L’interno del giardino presenta ancora reperti di un passato certamente più glorioso in cui la casa era annessa all’adiacente villa neogotica con giardino all’italiana : vasi scolpiti con affascinanti gargolle, un’eclettica fontana ed un’altissima palma sono le uniche testimonianze dell’antica configurazione delle pertinenze esterne.
Così come per l’esterno, anche all’interno il progetto ha voluto riscoprire e rileggere le tracce del passato, cancellate da anni di incuria ed abbandono : durante i lavori sono riemersi i decori dei soffitti, la solida trama delle murature perimetrali, la semplicità dei materiali originali.
Tali elementi sono stati incorniciati e valorizzati da un progetto fortemente contemporaneo che reinventasse lo spazio dell’abitare declinandolo al nostro tempo. I segni delle demolizioni, i tracciati dei muri originali sono lasciati visibili ed enfatizzati dalle cerchiature a vista in ferro grezzo.
Da un punto di vista distributivo, il cuore della casa è rappresentato dalla cucina ad isola che domina il soggiorno e si proietta visivamente fino al giardino esterno.
Gli spazi sono stati messi in comunicazione tra loro creando un gioco di prospettive che consenta di traguardare tutti gli ambienti, mostrando un stratificazione di interventi che oscillano tra antico e contemporaneo.
La singolare forma del lotto triangolare, dovuto all’intersezione con l’antica via che portava a S.Miniato a Monte, ha consentito di allocare gli spazi di servizio (bagni, locali tecnici, cabina armadi) negli spazi residuali tra la pianta regolare ottocentesca e l’elemento diagonale “eccezionale” dell’antica salita al monte.
ale attenzione all’ottimizzazione degli spazi è particolarmente evidente nel piccolo bagno triangolare (Hulk Bathroom) in cui una lastra di vetro divide lo spazio dalla camera da letto : aprendo la doccia si chiude il servizio igienico in un gioco di incastri limato al centimetro.
Ferro grezzo, intonaco, vetro colorato, maioliche di recupero, decori, murature a vista creano un dialogo unico ed un sorprendente nuovo equilibrio.

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