casa Garibaldi

Casa Garibaldi nasce dalla leggenda, tramandata nel tempo dalle diverse proprietà succedutesi dal Seicento a oggi, che narra di un Garibaldi rifugiato per qualche tempo, forse solo per una notte, nella soffitta segreta della casa.
La distribuzione complessa e labirintica della casa è il frutto di sovrapposizioni ormai consolidate, che permettono diverse letture: dai saloni affrescati dal sapore gattopardiano, passando alla camera da letto delle figlie simile a una soffitta parigina, fino alla monastica camera per gli ospiti.
Situata nel centro storico di Catania, la storia più recente la vede ex Camera del Commercio durante il ventennio fascista, scuola di danza fino agli anni ottanta, infine residenza privata di una giovane coppia con due figlie, appassionati d’arte e di viaggi.
L’abitazione si sviluppa su due livelli: il piano nobile con ampi saloni e alte volte decorate e un piano soppalcato, che accoglie la zona notte delle figlie e degli ospiti con i rispettivi servizi privati.
Il programma funzionale prevede un impianto distributivo circolare: dagli ambienti di rappresentanza che troviamo all’ingresso principale (e tra essi collegati), si accede a una stanza centrale interclusa tra le altre e priva di affacci esterni; cuore distributivo che conduce a tutti gli ambienti privati. Da questa stanza, una scala rivestita in lamiera di ferro conduce al piano soppalcato, collegato a sua volta al salone d’ingresso tramite una scala, anch’essa in lamiera.
La stanza centrale è stata pensata come un unico ambiente con la cucina, alla quale è collegata tramite tre porte poste a separazione. Per entrambi gli ambienti è stato scelto un pavimento in resina di colore chiaro per una maggiore luminosità. La cucina è stata ricavata dalla chiusura a vetri di un’ampia terrazza, che si affacciava sulla corte interna del palazzo e garantisce oggi un notevole apporto di luce anche alla stanza centrale. Un ascensore privato permette il diretto accesso alla cucina tramite un secondo ingresso.
La camera da letto padronale è collocata al piano terra in posizione defilata rispetto all’insieme; dal suo interno è possibile accedere ad un vano per il bagno privato, interamente rivestito in pietra pece e a un corridoio a imbuto che la collega internamente alla camera/cabina armadio, che a sua volta riporta alla stanza distributiva centrale.
Al piano superiore, la camera delle figlie con bagno privato è collegata a un piccolo disimpegno che conduce da una parte alla camera degli ospiti, anch’essa con bagno personale e dall’altra a un ampio soppalco che si affaccia sul salone d’ingresso, cui è collegato da una scala in ferro e legno. Quest’ultima s’inserisce nello spazio con rigore estetico e formale, in equilibrio con la preesistenza pur evidenziando l’intervento progettuale.
L’intervento è volto alla conservazione di tutti gli elementi che hanno costituito nel tempo l’apparato decorativo e architettonico dell’immobile, mantenendone un adeguato livello di restauro e senza rimuoverne la patina: così per le porte interne, con le rispettive scritte originali in ottone, gli scuri di tutti gli infissi esterni con le rispettive cornici e così pure per le pitture delle volte e per il grande lampadario circolare di legno del salone principale, dotato in fase progettuale di un argano per una semplice pulizia e manutenzione. Non ultimi, la passione e la cultura dei proprietari per il collezionismo d’arte e il modernariato.
sito: catania
tipologia: abitazione privata
superficie: 400 mq
committente: privato
impresa: renova restauri srl
progettazione: 2010
realizzazione: 2011

Casa Moscova

Casa Moscova è un volume a pianta rettangolare posto al quinto e ultimo piano di un edificio dell‘800, in un corridoio di strada che collega il giardino della città di Milano, Parco Sempione, a Chinatown la cui pronuncia oggi restituisce perfettamente l’accezione cosmopolita di grandi e piccole città.
La pianta della casa, dallo sviluppo allungato, misura 5×20 m: a ovest il lato lungo è attiguo a un simmetrico appartamento e quindi cieco, a est invece ampie bucature si aprono sui tetti restituendo un’ampia veduta sullo skyline di Porta Garibaldi.
In cima al tetto di legno a una falda, una fila di finestre garantisce un notevole apporto di luce sul lato cieco.
La struttura è in muratura portante e gli spessi setti di mattoni pressati che la costituiscono suddividono lo spazio in quattro ambienti passanti, collegati a ovest da bucature allineate che offrono la completa visuale longitudinale da un capo all’altro della casa.
La committenza è una giovane coppia con due figli che decide di tornare a vivere in Italia dopo molti anni all’estero.
La richiesta consiste in tre camere da letto, due bagni, una lavanderia, una zona living con cucina annessa, una zona lettura e lo studio per i ragazzi.
Il programma prevede il mantenimento e l’enfatizzazione dell’asse longitudinale, soluzione distributiva e funzionale dell’intero spazio.
Esso configura una distribuzione a pettine, raddoppiata e rafforzata dalla sovrapposizione di un soppalco che, con un sistema di scale (una per ogni camera), garantisce la circolarità dei percorsi: da ogni ambiente è possibile raggiungere qualsiasi parte della casa su entrambi i livelli. Un sistema di porte filo-muro poste sul soppalco tra le stanze, permette di separare i singoli spazi, restituendo in base alle esigenze il desiderato grado di privacy.
Dal punto di vista funzionale, l’asse longitudinale (posto a ovest, lato cieco), funge da vero e proprio disimpegno attrezzato, accogliendo al suo interno un sistema di armadiature per tutta la casa e la cucina sul living. Sul soppalco troviamo invece la cabina armadio in corrispondenza della camera matrimoniale, lo studio dei ragazzi in corrispondenza delle rispettive stanze, attrezzato con scrivanie/contenitore e librerie a parete e infine la zona lettura sul living, caratterizzata da un’ampia libreria adattata in parte a scrivania: un originale pezzo del designer Pietro Russo, la libreria a pantografo Romboidale, realizzata in ferro legno e ottone e da lui appositamente riadattata per questo progetto allo scopo di assolvere alla nuova e duplice funzione di parapetto attrezzato.
La scelta dei materiali di finitura marca ulteriormente l’asse longitudinale: la ceramica esagonale di piccolo formato, resistente al calpestio e maggiormente adatta agli ambienti che attraversa (cucina, bagno e lavanderia), si fonde a intarsio con i pavimenti in teak delle stanze da letto e del living.
Le ceramiche di rivestimento dei bagni, colore acquamarina, presentano sulla superficie rilievi romboidali e diamantati che conferiscono alle pareti una luce vibrante.
In relazione alla ristrettezza degli spazi, sia in pianta che in alzato, quasi tutto all’interno della casa è stato disegnato e realizzato su misura: la cucina, parte integrante del living, caratterizzata da un ripiano reclinabile in teak che all’occorrenza può nascondere i fuochi e il lavello; la dispensa, le scarpiere e gli armadi lungo tutto il corridoio; gli armadi e le cassettiere all’interno delle stanze, collocati in prossimità dei punti più bassi del soffitto; tutte le porte filo muro, la cui linea d’ombra realizzata in teak risolve l’attacco a muro. Le scale di collegamento al soppalco, il cui disegno è ispirato a quelle a pantografo, sono in tutto tre: una sul living e due nelle camere da letto.
Il progetto del soppalco infine, coniuga l’aspetto strutturale a quello compositivo. Un anello perimetrale, costituito da una trave HEB di ferro, costituisce la struttura portante di singoli pannelli, struttura secondaria, a esso bullonati. Questi, costituiti a loro volta da un telaio strutturale perimetrale rafforzato da diagonali, sono calpestabili grazie alla sovrapposizione di un foglio di lamiera microforata di tre millimetri di spessore. I singoli pannelli, montati in sequenza tra loro, restituiscono una geometria complessa dal motivo romboidale. In prossimità delle camere da letto, al fine di garantire un adeguato isolamento acustico, dei pannelli di policarbonato stampato sono sovrapposti alla lamiera microforata. La luce naturale apportata dai lucernai allineati sopra il soppalco, può così raggiungere gli ambienti sottostanti; allo stesso modo nelle ore notturne la luce artificiale del livello inferiore, filtra attraverso il soppalco, restituendo questa volta a chi sta in alto la geometria strutturale del reticolo portante.
identificazione: casa moscova
sito: milano
tipologia: residenza privata
committente: privato
superficie interna: piano terra: 142 mq
superficie esterna: 11 mq
progettisti: valentina giampiccolo_giuseppe minaldi
designer: pietro russo
collaboratori: marco scebba_consuelo Rosso
cronologia: novembre 2013_luglio 2014
foto: filippo bamberghi

Mangiabove

sito: marina di ragusa
tipologia: guest house
progettazione: 2014
realizzazione: 2015
collaboratori: marco scebba_paola licitra
foto: emanuela minaldi

Museo Metropolitano della città di Seoul

Korea – Seoul: Ristrutturazione ed allestimento del Museo Metropolitano della città di Seoul – Seoul Historical Museum – mediante l’utilizzazione di tecnologie avanzate anche nel campo del multimediale (inaugurato il 21 maggio 2002)

BurBaCa Viterbo

Progettato e realizzato in relazione al forte contesto storico della città di Viterbo ed in diretto contatto con piazza Giuseppe Verdi, area d’ingresso alla cittadina tramite l’antica cinta muraria.  BurBaCa Viterbo desidera riprende le linee guida del marchio, evolverle per integrare le qualità ed il carattere del luogo, con elementi di arredo in ferro e legno, pelli dai color vinaccia e graniglie a pavimento.

BOA Officina del capello

progetto ANK
team di progetto – Andrea Battistin, Andrea De Faveri, Manuel Marchesin, Mauro Striuli
fotografia Luca Casonato
committente Officina del capello
localizzazione San Donà di PIave, Venezia, Italia
superficie 30 mq
calendario 2015 realizzazione

LUMINOSO APPARTAMENTO IN BRIANZA

Bartoli Design progetta un nuovo appartamento nel cuore della Brianza
210 metri quadrati di luce e relax
Progetto: Bartoli Design
Fotografie: Diana Lapin

Un intervento di ristrutturazione radicale, quello progettato da Bartoli Design, per una coppia con figli adolescenti trasferitasi in Brianza in un appartamento di 210 metri quadrati, all’ultimo piano di un edificio anni ’80. Le richieste dei committenti erano di mantenere lo stesso comfort della loro precedente più ampia abitazione in questa dalla metratura inferiore, ma in zona più centrale, trovando inoltre nuova collocazione per i pezzi di arredo storici della famiglia.
Appassionati di design e amanti della vita sportiva e rilassata, la coppia cercava una soluzione abitativa luminosa, per contribuire al benessere della famiglia. Questa non era l’impressione che dava l’appartamento quando gli architetti lo hanno visitato per la prima volta: una pianta labirintica con numerosi piccoli locali e, al centro, una scala chiusa che conduceva ad un soppalco buio. Si trattava però di uno spazio con tutte le potenzialità di un ultimo piano immerso nel verde, con finestre affacciate su quattro lati e tetto a falde inclinate dalle diverse angolature.
Il progetto di Bartoli Design ha disegnato una nuova pianta e configurazione dell’appartamento in zone aperte una sull’altra: sono state demolite le pareti interne e quelle del vecchio soppalco, la cucina è stata spostata all’estremità opposta, i corridoi sono stati sostituiti da pochi pannelli di chiusura scorrevoli o pivottanti che spariscono a filo parete. Durante il giorno quindi dall’ingresso alla camera da letto principale lo sguardo corre ininterrotto, dalle porte aperte la luce filtra negli spazi.
Un’altra parte complessa del lavoro di ristrutturazione ha riguardato la distribuzione di tutti gli impianti negli scarsi spessori disponibili a soletta e nelle pareti.
A cavallo tra zona giorno e zona notte, è stato costruito il nuovo soppalco, una leggera struttura in metallo come la scala di accesso, un’ovattata area relax per i figli che si apre in continuità visiva sul soggiorno. Arredato con le iconiche sedute Michetta in velluto, di Gaetano Pesce, occasionalmente diventa camera per gli ospiti grazie a teli oscuranti scorrevoli. In quest’area è presente anche un piccolo bagno (completo comunque di vasca, doccia, sanitari e lavabo a colonna) realizzato con materiali e finiture che ricordano un bosco innevato, per “risuonare di natura” come desiderato dal committente.
Dall’alto del soppalco si legge la sagoma a losanghe del tappeto in lana del soggiorno, disegnato da Bartoli Design e realizzato da Kasthall specificamente per i clienti, al centro del quale è posizionato un divano multifacciale, utilizzabile in varie direzioni. Sotto alla scala in lamiera bianca che dal soppalco porta al soggiorno, i pattern grafici dei tavolini Colour Wood in legno tinto di Karimoku dialogano con le geometrie del pavimento in parquet.
Il living si apre sullo studio e sulla zona pranzo; lo spazio è articolato e suddiviso grazie a contenitori bianchi a parallelepipedo che corrono anche a lato della scala. Pezzi di design anni ’50, come la scrivania Cavalletto e la poltroncina Luisa di Franco Albini, e antichi, come il tavolo proveniente dall’Inghilterra, convivono con prodotti di design contemporaneo: sedie By per Bonaldo, rivestite in pelle, credenza in rame brunito spazzolato Stars per Lauramenroni, entrambi di Bartoli Design, lampadario a sospensione in sfere di vetro pressato, prodotto da Bocci, che lascia intravvedere a parete due opere ad acrilico e carboncino di Eleonora Pozzi.
Da qui, una porta scorrevole dà accesso alla cucina, realizzata su disegno in Kerlite bianca e pietra lavica smaltata turchese; davanti, un classico tavolo disegnato da Saarinen, sedie in rovere di Karimoku e la lampada a sospensione Ducale in vetro soffiato di Artemide, un pezzo d’affezione che i proprietari hanno portato con sé dalla precedente casa.
La zona notte dei figli è progettata con armadi su disegno caratterizzati da prese per arrampicata sportiva utilizzate come maniglie, da scultoree librerie a sospensione SheLLf, originariamente un’edizione limitata ora prodotte da Kristalia, e dalle sedie imbottite Joko disegnate dai progettisti sempre per Kristalia, attorno al tavolo su ruote Milano di Bartoli Design per Sagsa.
I proprietari hanno scelto di contenere il proprio spazio privato a favore delle altre zone della casa, ma per la camera padronale è stato progettato un armadio a tutta parete di profondità maggiorata, con nicchia in ottone brunito e schienale in tessuto arancio, un disegno del 1913 di Josef Hoffmann, che fa da fondale visivo quando si entra nell’appartamento ancora prima che in camera. Un lungo piano corre dietro alla testata del letto in pelle; sopra, i bracci di due applique bianche Turciù di Catellani&Smith fluttuano a parete, in contrasto con le linee rigorose degli altri arredi.
Nel bagno, collegato alla camera, le dimensioni contenute sono visivamente raddoppiate grazie al grande specchio con lavabo sospeso in Corian di Antonio Lupi, come il sistema doccia a nicchia sulla parete, completato dal mobile contenitore incassato a filo. Sono sospesi anche i sanitari Link di Flaminia e il radiatore con ganci porta abiti Serie T di Antrax. Il pavimento è in parquet rovere.
Molti divisori sono realizzati come elementi di arredo su disegno dei progettisti: così nasce il volume sotto al soppalco – che scherma il soggiorno dall’ingresso – con vani libreria che rivestono le quattro pareti del parallelepipedo, al cui interno è celato un guardaroba, accessibile dalla zona ingresso con lo scorrimento di mezza parete libreria. Di fronte, un contenitore lungo cinque metri, grazie al suo spessore realizza l’isolamento acustico tra l’ingresso e la camera del figlio. L’ingresso si configura quindi come zona di contenimento, in cui la luce vibra sulla texture tridimensionale delle pareti.
“L’amore dei nostri clienti per la natura ci ha ispirati a tradurre in superfici geometriche le irregolarità degli elementi naturali, come i fusti degli alberi o la neve; così nasce il progetto della superficie in legno sul lungo elemento contenitore all’ingresso, o la scelta del rivestimento a micromosaico in grès bianco nel bagno ospiti del soppalco”, raccontano i progettisti.
Il colore bianco domina, declinato in una palette di sfumature e trattamenti sofisticati: le pareti sono finite con pittura all’argilla, che dà profondità e trasparenza; le laccature degli elementi di arredo sono spazzolate a mano, così quando ci si avvicina si legge la luce riflessa in sottili filamenti; l’essenza della parete contenitore all’ingresso è finita con anilina bianca, che lascia leggere la texture del legno.
Al bianco si abbinano materiali naturali: il rovere del parquet, posato a spina ungherese e trattato ad olio, e il sughero microgranulato che riveste due pareti nelle camere dei figli, rendendole acusticamente confortevoli.
A lavori finiti, il commento più gratificante arrivato ai progettisti è stato quello della proprietaria che ha dichiarato “…vivendo nel nuovo appartamento ho la sensazione di essere in vacanza!”.

Marcio Kogan Headquarters

In 2001 the office headed by Marcio Kogan took on the name StudioMK27. At that time a democratic and collaborative form of working was organized, in which each responsible architect is co-author of the projects, together with Marcio. In this manner of organization, the division of tasks is minimized. The architects accompany almost every phase of the project, beginning with the first client contact to the worksite. This results in extremely elaborated projects, developed to the slightest detail, by architects that work as craftsmen. Along this line of thought, the team of StudioMK27 is constituted by architects with a vast and multidisciplinary formation. Knowledge about art, music, cinema, economy and politics is just as much a part of architecture as is knowledge about design, visual programming and urbanism. In addition to this select team of architects, that work in a small building in the proximity of Paulista Avenue, in São Paulo, StudioMK27 works with dozens of collaborators in Brazil and abroad. This structure makes it viable to develop new projects in the United States, Latin America, Europe and China. Each new project is viewed as a challenge; in which the social, climactic and topographic conditions of the site, in addition to the needs and desires of the client, are the fundamental elements in defining the architectural start-point; each project is a new story to be told and this story will never be the same as the previous one. In all of the projects, however, the major architectural inspiration of StudioMK27 is the generation of modern architects formed during the decades of the 50´s, 60´s and 70´s. The projects of StudioMK27 are in honor to the Brazilian modernism and, simultaneously, an attempt to revisit this architecture constructed by great masters such as, Affonso Eduardo Reidy, Lina Bo Bardi, Vilanova Artigas, Oscar Niemeyer and Lucio Costa. During the mid-XX century, a country which was, then, quite isolated and distant from vanguard thinking, constructed its own vanguard and one of the most consistent national productions in the world. The projects of StudioMK27 are an eternal citation of this Brazilian modernism, with its pure forms and clean details. Additionally, the projects of the office have a preference for horizontal proportions, as if exiting a cinematic wide-screen, and for the use of unprocessed materials. Despite having produced many houses during the last years, StudioMK27 develops the most diverse programs: a cozy restaurant, a luxury hotel, an urban square at the seashore, a furniture store, a tea store, an office building, an apartment building, a museum. Since 2001, StudioMK27 has won more than 50 Brazilian awards, with distinction for the Wallpaper Design Awards, Record House, D&AD “Yellow Pencil”, LEAF Awards, Dedalo Minosse and Barbara Cappochin; as well as three-time finalist in the World Architecture Festival.

Casa Mama

Sono stati uniti i due soggiorni abbattendo il muro di divisione degli appartamenti, allo scopo di ottenere un ampia zona living che potesse dare respiro all’ambiente e fluidità agli spazi, andando a costituire il fulcro centrale dell’abitazione, dal quale si sviluppano gli ambienti contigui: la zona notte, la cucina, la zona di servizio, il grande terrazzo.
L’ambiente interno, dominato dalle pareti e soffitti bianchi, presenta un carattere volutamente minimale che lascia spazio alla matericità dei pavimenti in legno di rovere chiaro e agli elementi di design che prendono il sopravvento e diventano protagonisti dell’ambiente, pur mantenendolo fluido e pulito.
La zona giorno è stata progettata come un ampio open-space attorno al quale ruota la vita intera dell’abitazione e dei suoi abitanti. Così lo spazio della cucina si affaccia ad esso con ampie porte trasparenti, di modo che sia sempre presente un collegamento non solo fisico ma anche visivo, che lo rende naturale estensione dell’ambiente più grande in cui è presenta una zona pranzo.
La zona notte, nascosta da una porta in vetro bianco che si apre sul living, appare emozionalmente più “calda” e caratterizzata dall’utilizzo di toni di colore e resine materiche nei bagni e nelle camere da letto.
Dalla parte simmetricamente opposta alla zona notte si nasconde la zona di servizio, dai toni maggiormente pacati.
L’idea progettuale, basata sulla condizione “neutrale” dell’ambiente principale, distende la propria attenzione verso gli spazi ampi e verso chi li occupa, saino gli abitanti della casa, che gli elementi di design che li accompagnano nel comfort abitativo, contribuendo alla definizione di un’atmosfera rilassante e quasi distaccata dall’ambiente esterno.