Restoration with expansion works
Grottone manor farm has been restored in the absolute respect of its original characteristic in order to create a farm hotel for few guests. A little expansion has enabled to build services in the rooms at ground level without modifying the existing structure and rooms. The new building, placed in a position not visible from the main entrance, in a garden with high dry stone walls, doesn’t change the overall perception of the historical structure. Interiors are intentionally bare and just cleansed. Nature with its mighty and thousand-year old olive trees in the surrounding area is the real treasure. Minimal design for furniture, local finishing material as the Trani stone are the frame.
Client – Masserie Maresca
Team – Andrea Schiattarella, Carla Maresca
Tasks – Preliminary design, design development, detail design, building supervision
The museum stands on the remains of Gyunghuingung Royal Palace: physically it is constructed around the interaction between past and present, between an archeological site full of symbol connotations and cutting-edge forms in a city which, not unlike other major Asian cities, is already hurting into the future. The project is based on transparency and lightness of image, radically reinventing the physical support of a communication system that draws on all the latest multimedia technology. The former premises, with their rigid layouts, are reinterpreted along much freer lines, a carefully gauged sense of disorder and smoothly flowing spaces in search of a continuum made of what are only apparently random signs, ranging from soft convexity and concavity, screens an diaphragms that make the museum layout full of unexpected turns, dilating and extending its interiors.
Client – Seoul Metropolitan Governnment, Diamond ltd
Team – Raffaella Seghetti, Sabrina Lucibello, Patrizia Salvatori, Francesco Ruperto, Alessandro Santonati, Misuk Jee, Lucia Sulis, Barsam Thermes, Roberto Creton
With – Giovanni Bulian, Corrado Terzi, Riccardo Fibbi, Carolina De Camillis, Paolo Monesi, Giorgio Pala, Nicola Calistroni
Tasks – Preliminary design, design development
Ristrutturazione di un rustico storico nel cuore di Capri, accanto alla famosa Piazzetta, in una struttura ricettiva tipo Casa Vacanze.
La scelta tipologica di materiali e dei colori tipici dell’isola caprese (maioliche di Vietri e colori predominanti tra il bianco e l’azzurro) rendono lo spazio molto luminoso e arioso. Le volte a crociera impostate fino a quota 4 metri e 30 permettono la realizzazione di un piccolo soppalco per impostare due posti letti aggiuntivi.
La zona giorno si compone di una cucina lineare in muratura rivestita di maioliche e di una zona pranzo divisa dall’ingresso da una “gelosia” che ricorda l’ambiente marino.
La richiesta era quella di una casa di vacanza per i fine settimana ma anche una casa nella quale fosse possibile viverci a lungo, ma i limiti edificatori non permettevano maggiori dimensioni. L’area dove sorge è connotata dalla presenza di alcuni grandi massi di conglomerato pietroso. Il progetto condiviso, prevedeva un grande ambiente polifunzionale cucina, soggiorno al piano terreno, un ambiente di sgombero al piano interrato e due camere da letto e due bagni al primo livello, una sorta di “existence minimum” per la vita contemporanea di una piccola e colta famiglia italiana nella campagna sabina. La casa è immersa in un oliveto secolare e con una vista spettacolare di una parete di collina ricoperta da un bosco primigenio di macchia mediterranea che con il suo mutare continuo di colore e luce crea la visione esterna della casa, l’orizzonte del cielo e il cielo dell’orizzonte diagonale. La casa è tutta pensata per questo panorama prettamente naturale, dove l’elemento antropico è dato dal punto di vista privilegiato della grande finestra contenuta da ampie e generose murature parte in pietrame misto e spoglio esattamente come l’antico muro e costituite all’interno di una muratura fittile e intonaco. Un grande camino, il cui retro è un contenitore, ma anche un pilastro per l’edificio e un riscaldamento per l’inverno. La cucina, per quanto possibile vera e comoda, è nascosta dietro a questo elemento del camino permettendo contiguità e anche separazione. I muri sono rifiniti con intonaco a calce a cui poi è seguita una pitturazione, sempre a calce, che ha potuto avere la giusta carbonatazione, creando degli interessanti effetti di velatura e trasparenza, assolutamente naturali. I muri non offrono un certo definito limite ma al contrario rivelano – come nell”acquarello- degli altri livelli. Nel piccolo è essenziale la cura del particolare, perché tutto diventa immediatamente protagonista. Questa architettura moderna non ha tempo, ma è “classica”, conosce l’antico il rinascimento il barocco e la contemporaneità, come le stratificazioni tipiche della nostra cultura che nei casi migliori diventano semplicemente l’aspirazione del nostro modus operandi di fronte a qualsiasi intervento e a qualsiasi luogo. La costruzione poggia le sue basi su un grande masso di roccia e in parte nel terreno argilloso, è stata studiata una fondazione mista ed è stato conservato ed inglobato il vecchio muro. La struttura è in c.a. e le murature sono in poroton da trenta e pietra per uno spessore di altri trenta centimetri circa. La vetrata è della schuco e i vetri sono basso emissivi e antisfondamento, un apposito alloggiamento è stato previsto all’interno della vetrata per una griglia in ferro scorrevole. Per ragioni termiche e di opportunità estetica è stata prevista e realizzata una grande tenda di color naturale all’esterno della vetrata e delle aperture nella stessa per permettere un ottimale raffrescamento e ricambio d’aria. Il riscaldamento è di tipo tradizionale a gas gpl coadiuvato dal turbo camino che con le sue bocchette orientabili contribuisce notevolmente nella stagione invernale a riscaldare la casa, vi è anche a poca distanza un piccolo impianto solare per la produzione di acqua calda sanitaria. Per il tetto a falda unica, si è evitato l’utilizzo della grondaia a vista preferendo una canalizzazione interna non visibile da fuori, ma ottimale sia per il defluvio delle acque meteoriche che per la protezione della facciata principale. La scala in ferro trattato al naturale, collega i tre livelli esistenti occupando uno dei lati di muro a fianco della vetrata l’altro è occupato dalla parte lavanderia della cucina e nascosta dal resto dell’ ambiente principale, tutti gli infissi sono in alluminio colorato ad eccezione del portone d’ingresso che è stato realizzato in legno e ferro.
Importante lavoro di progettazione e restauro all’interno di un castello del XI secolo. In questo lavoro articolato, elementi architettonici e particolari tecnici sono stati ripresi e adattati in base alle esigenze dei committenti. Nel “giardino segreto”, o corte piccola del castello, sono state messe a dimora, durante il restauro, piante classiche, come la vite del pergolato di pizzutello bianco, e sono stati utilizzati materiali raffinati e insoliti, come la pavimentazione in pietra bianca sgrezzata di montagna, rara e più pregiata rispetto alla pietra di fiume levigata, posta in opera su letto di sabbia. Sempre in questa zona, un’antica vasca, usata per il bucato e l’abbeveraggio dei cavalli, è stata trasformata in piscina. Qui, accanto ai materiali tradizionali e di recupero, come le pietre di marmo rosso di catino e bordi di mattoni fatti a mano, sono stati inseriti il dispositivo di nuoto controcorrente e il riscaldamento, ottenuto da pannelli solari, che permettono la fruizione della piscina per un lungo periodo dell’anno. Insieme alle finiture della parete di fondo, in coccio pesto in colore naturale e sabbia, usati all’interno della vasca, caratteristici anche della scaletta e del sedile realizzati in muratura, compaiono elementi di valore evocativo, come il camino d’angolo, esistente originariamente, e le colonne di mattoni che servivano a sostenere le travi di legno della copertura.
Il progetto è relativo al restyling di un loft progettato alcuni anni fa in rigoroso stile minimalista. Il proprietario desiderava aggiungere un tocco di gentilezza e colore all’austerità degli spazi esistenti, senza però dover intraprendere interventi di ristrutturazione pesante. L’obiettivo è stato raggiunto innanzitutto ridefinendo e precisando le funzioni dei diversi spazi, che nonostante la loro ampiezza erano caratterizzati da una certa indeterminatezza; parallelamente è stato adottato un approccio puntuale nella scelta dei colori, delle finiture e dell’illuminazione, che è stata interamente riprogettata. L’insieme di questi dettagli contribuisce a dare agli spazi quel calore e quella intimità desiderata dal proprietario, nel pieno rispetto della struttura esistente.
Photo by Arianna Palano
Protagonista dell’intervento è il collegamento verticale tra i due livelli. La scala genera la divisione degli spazi in senso verticale (zona notte sotto, zona giorno sopra) e in senso orizzontale (camere e utilities al piano nono, cucina e soggiorno al piano decimo). I materiali che costituiscono la scala sono stati scelti per ottenere una forte caratterizzazione e per assicurare la trasparenza permettendo così alla luce naturale di arrivare anche al piano inferiore. Ciò che permette alla zona giorno di essere uno spazio continuo e aperto sono gli ampi passaggi vetrati sulla terrazza.
Lo scopo dell’intervento di riqualificazione è stato quello di elevare il grado di attrattività turistica territoriale mediante la realizzazione, conservazione e valorizzazione dei beni storici e architettonici esistenti sul territorio, attrattori di domanda turistica e ad alto valore aggiunto, nonché mediante azioni e interventi di valorizzazione della montagna e delle risorse naturali in genere. In seguito al conflitto bellico, nel 1943 la chiesa di San Rocco venne rasa al suolo. Negli anni ’70 con l’ aggiunta di un belvedere in mattoni rossi quest’area subì un vero e proprio stravolgimento cambiando totalmente la percezione del centro storico. Da fonti storiche sappiamo che in antico, l’accesso al centro storico di Crecchio era caratterizzato dalla presenza della porta da capo, sotto le mura del castello, vi era il campo della fiera e la chiesetta di san Rocco. L’intento del progetto è stato, oltre a quello di valorizzare l’area d’ingresso al paese, quello di focalizzare l’attenzione del visitatore verso il Castello da qualsiasi punto di vista. I vecchi collegamenti tra l’area del piazzale scolastico e la piazza belvedere del Castello sono stati riprogettati creando nuovi percorsi per valorizzare ed inquadrare visivamente i punti di attrazione culturale e paesaggistica che caratterizzano l’aggregato storico di Crecchio. Il piano sotto le mura del castello è sto abbassato fino a riportare alla luce l’acciottolato ottocentesco, in corrispondenza della porta da capo è stato raggiunto la strada settecentesca posta ad m. 1,30 dall’attuale piano. La trincea che si è venuta a formare rimette in evidenza la maestosità delle mura basse del castello, l’effetto è esaltato dal sistema di illuminazione utilizzato.Particolare attenzione è stata fatta nella progettazione degli elementi di arredo e dei corpi illuminanti. I dissuasori “CUBITRIA” che delimitano la parte carrabile dal resto della piazza belvedere sono stati realizzati in corten e progettati come degli elementi modulari removibili che possono essere assemblati tra di loro e possono essere utilizzati come sedute. Questi dissuasori sono fissati a terra con delle viti e sulla faccia superiore presentano dei fori che permettono di comporli uno sopra l’altro diventando una composizione scultorea che può essere cambiata di forma semplicemente fissando in maniera differente i cubi uno sopra l’altro. Ogni cubo è composto da una lasta piegata in tre parti uguali formando una C. A questa C è stata saldata una seconda lastra che funge da base del cubo con un foro di forma quadrata centrale . All’interno del cubo sono stati inseriti degli elementi di rinforzo triangolari, che fungono anche da diffusore asimmetrico. Il foro quadrato sulla faccia inferiore serve per avere la possibilità di posizionare il cubo su un comune faretto da terra calpestabile, e la luce che viene proiettata nel cubo, rimbalzando in maniera asimmetrica sulle faccie interne del cubo e dei due triangoli, crea dei giochi di luce interessanti sulle pavimentazioni circostanti. Sistema Illuminazione “Trilogy”. L’ illuminazione dell’area è stata ottenuta utilizzando dei fari a led posizionati sulla sommità di una struttura in corten, formata da 3 aste a base triangolare rastremate e intrecciate fra loro. L’effetto è quello delle torce medievali. I tre pali, sono disposti in maniera tale da creare una sagoma che richiama la sagoma di antichi tripodi. Il materiale utilizzato per i cubi ed il sistema di illuminazione è l’acciaio corten, un materiale che ha il pregio di ridurre drasticamente i costi di manutenzione e, con il suo aspetto ruggine naturale, è fortemente evocativo del passato. Il fascio di luce generato dalle lampade a led a 3000 gradi Kelvin, riflessa sulle superfici sfaccettate del corten, crea delle zone di chiaroscuro, diventa un tono più caldo arricchendosi di una nota di colore più vicina al giallo zafferano. Gli elementi acquistano un carattere scultoreo, la cromia, abbinata alla loro forma, dissimulano la loro funzione.
Intervento finalizzato al recupero di un fabbricato in mattoni di fine ottocento.
I locali erano destinati ad residenza e a frantoio.
Nel corso del novecento furono aggiunti vari corpi di fabbrica che di fatto soffocavano la struttura originaria.
Sono state demolite le superfetazioni degli anni settanta ed Inserito una nuova struttura in acciaio corten e vetro co la funzione di ingresso disimpegno e scala.
La struttura di Villa Mucchiarelli, in Crecchio è coinvolta in un ambizioso progetto di tipo turistico-ricettivo che prevede una sorta di albergo diffuso che include anche altri antichi fabbricati che la circondano, di origini meno nobili ma comunque testimonianze significative dell’edilizia storica locale che verranno per questo ristrutturati e concorreranno al recupero e alla valorizzazione del piccolo borgo storico. Il progetto della sala ristorante è segnato da un linguaggio architettonico assolutamente contemporaneo e distinguibile. La sala ristorante è infatti costituita da un volume in vetro, sorretto da un telaio in acciaio Cor-Ten, a questo volume si collegherà un vano scala/ascensore che, con lo stesso linguaggio architettonico minimalista, renderà accessibili anche il primo piano dell’antica villa. Così la sala ristorante è definita su due lati dalle nuove strutture leggere che come due vetrine offrono un suggestivo scorcio sul borgo, e su altri due lati dalle facciate della villa Ottocentesca da un lato, in stile liberty, e dall’altro dalla parete di un fabbricato dell’aggregato antico. L’atmosfera che ne risulta è quella di uno spazio ampio e luminoso, essenziale e minimalista nella scelta di forme e materiali, che si arricchisce del calore di materiali e spazi antichi come la pietra arenaria e il mattone delle antiche stanze della villa coperte da volte a crociera in mattoni, prima stalle, ora valorizzate nello spazio ristorativo grazie anche all’inserimento di elementi di design appositamente pensati e realizzati dal progettista, come il camino o le lampade in acciaio cor-ten.