Insieme al vecchio faro, il Met è l’ultimo avamposto sul nuovo lungomare di Marina di Ragusa.
Dopo la demolizione dell’attiguo edificio, costituisce l’unico costruito al centro di due vuoti urbani: da una parte P.zza Dogana e dall’altra Piazza Torre, realizzata sul sedime dell’ex Camperia (antico magazzino).
La richiesta della committenza è la trasformazione dell’edificio da residenziale a commerciale (bar-ristorante) e la chiusura a veranda del terrazzo.
In origine la fabbrica presenta dei tre prospetti liberi due risolti e uno cieco (p.zza Torre), con travi e pilastri in c.a. a vista.
Questa dualità permane nel progetto.
Il prospetto su p.zza Dogana, ben noto negli anni agli abitanti del luogo, è cristallizzato e mantiene i connotati stilistici e le bucature anche laddove non servono più.
Il prospetto su Piazza Torre è pensato invece come estensione verticale della piazza, per sopperire alle sue mancanze (verde, arredo urbano, punti di aggregazione); spazio fruibile e trasformabile, cornice per esposizioni temporanee all’aperto. Partendo dalla maglia strutturale di travi e pilastri si genera un reticolo, che acquisisce tridimensionalità in prossimità della veranda. Nei punti del reticolo ottenuti dall’intersezione delle ortogonali, è posto un modulo che accoglie il sistema d’illuminazione della facciata e diventa supporto per possibili installazioni.
Il non finito iniziale della facciata permane e genera infinite risoluzioni.
Anche gli interni subiscono il processo di riduzione alla struttura portante. Al piano terra i blocchi funzionali sono come monoliti lasciati dal mare. Il cubo di ferro che accoglie i bagni è ossidato all’esterno(ferro nero) e perlescente all’interno(alluminio). Dalla scala al piano superiore una patina turchese riveste il tutto e crea una sensazione di sospensione propria del galleggiare nel mare, che di questo spazio è la quarta parete.
sito: marina di ragusa
tipologia: caffè_ristorante
superficie: 160 mq
committente: food & service srl
strutture: ing. francesco ingallinera
impresa: renova restauri srl
progettazione: 2010
realizzazione: 2011
foto: natale defin
Categoria Progetto: Architettura d'interni
Tinchitè
Tinchitè è il progetto di un ristorante di cucina tipica siciliana, nel cuore del centro storico di Ragusa.
La richiesta della committenza è un luogo che rappresenti al meglio la loro cucina casalinga.
L’intervento riguarda i bassi di un edificio dell’ottocento, recuperati dopo anni di abbandono e degrado.
Due ambienti stretti e lunghi, posti uno di seguito all’altro e leggermente traslati, connettono internamente le due strade su cui affaccia l’edificio, consentendo allo sguardo una profonda visuale.
La struttura è in muratura portante e i soffitti voltati a botte.
Il programma prevede la realizzazione della cucina e dei servizi, di una sala per la somministrazione, un piccolo bar e una zona degustazione per le consumazioni veloci.
L’obiettivo è creare un luogo semplice ed essenziale.
Lo spazio è liberato dai vecchi controsoffitti e lambris e riportato all’assetto originario: due ampi ambienti rettangolari. Nel primo sono collocati la cucina, il bar e i servizi, nel secondo la sala somministrazione.
L’unica partizione, necessaria a delimitare la cucina, è pensata come un elemento
d’arredo: realizzata in acciaio nero e vetro armato è visivamente staccata dal pavimento e dal soffitto, come fosse un separé.
L’utilizzo del vetro armato recuperato in una vecchia vetreria, ha permesso di avere un giusto equilibrio tra la privacy degli operatori e la trasparenza per i fruitori.
Posta alla sinistra dell’ingresso principale, la parete-separé si sviluppa longitudinalmente alla prima sala definendo e amplificando l’effetto cannocchiale verso l’opposto ingresso.
Diventa inoltre parte integrante dell’infisso, separandolo in due parti: una per l’accesso al locale, l’altra per l’accesso alla cucina.
Opposti alla parete divisoria, due lunghi ripiani realizzati in lamiera di ferro garantiscono un piano d’appoggio per le consumazioni veloci.
In asse con la parete di ferro e separato della larghezza necessaria per l’accesso ai servizi e alla cucina, è collocato il bancone per la mescita e la cassa, realizzato su disegno, in legno laccato grigio e marmo di carrara. Sopra il bancone, una struttura di acciaio nero, accoglie il sistema d’illuminazione, le mensole per le bottiglie e le rastrelliere per i calici.
I servizi per il pubblico si trovano alle spalle del bar.
Utilizzando un unico vecchio infisso di recupero, sono state realizzate la porta di accesso ai servizi per i clienti e con gli scuri, la porta a saloon di accesso alla cucina.
La seconda sala, separata dalla prima da una bucatura con gli stipiti di pietra, accoglie la zona somministrazione con sedie e tavoli per un totale di quaranta posti. Un antico mobile da bottega per il servizio e le lampade lucciola o lanterna di Mario Nanni, rendono protagoniste le pareti grezzamente intonacate e le irregolari bucature riportate alla luce e ripulite.
Gli intonaci a calce, stirati a mano libera, sono stati lasciati del colore naturale dell’inerte locale.
La pavimentazione, un gres porcellanato 20×20 della Mutina, è stesa a tappeto sull’intera superficie, compresi i rivestimenti dei bagni e della cucina.
Dalla seconda sala, un secondo ingresso conduce a un piccolo vicolo con ampie gradinate e tavoli all’aperto.
identificazione: tinchitè
sito: ragusa
tipologia: ristorante
committente: privato
superficie: 82 mq
progettisti: valentina giampiccolo_giuseppe minaldi
collaboratori: marco scebba
cronologia: ottobre 2014_marzo 2015
fotografie: emanuela minaldi
Italian Pavilion for the 2005 Expo
The aim of the project was to provide a representation of Italian way of life through an emotional experience: landscapes, water, light, materials, sounds, smells, images involve visitors from all sides. All senses interact with the contents of the various sections. In La Misura (measure) section the light variation, from daylight to night, the sounds of the waterfall, the gull shout are mixed with the sound of the wind accompany the public on a wide glass path-walk on a gurgling water pool, representing the Mediterranean. The large projection show (40×7 meter) with Tuscany or Puglia landscapes or Rinassance’s towns views lead the visitor to the huge pearl, symbol of re-birth and renewal. Inside the Satiro Danzante, the world famouse bronze sculpture, recently re-discovered on the abyss of the Mediterranean Sea after 2.400 years and restored by the most advanced and modern techniques.
Client – Commissariato Generale per Expo 2005 – Ministero AA.EE.
Team – Amedeo Schiattarella, Andrea Schiattarella, Paola Schiattarella, Luciano Calosso, Mara Cei, Emidio Di Nicola, Valeria Giglio, Roberto Greco, Carla Maresca, Cristian Massimi, Rossella Ragazzini, Alberto Riccioni, Irene Rinaldi
With – Sturchio Architects & Designers, Studio Calosso
Tasks – Preliminary design, design development
Masseria Maresca
Restoration with expansion works
Grottone manor farm has been restored in the absolute respect of its original characteristic in order to create a farm hotel for few guests. A little expansion has enabled to build services in the rooms at ground level without modifying the existing structure and rooms. The new building, placed in a position not visible from the main entrance, in a garden with high dry stone walls, doesn’t change the overall perception of the historical structure. Interiors are intentionally bare and just cleansed. Nature with its mighty and thousand-year old olive trees in the surrounding area is the real treasure. Minimal design for furniture, local finishing material as the Trani stone are the frame.
Client – Masserie Maresca
Team – Andrea Schiattarella, Carla Maresca
Tasks – Preliminary design, design development, detail design, building supervision
Seoul Metropolitan Museum
The museum stands on the remains of Gyunghuingung Royal Palace: physically it is constructed around the interaction between past and present, between an archeological site full of symbol connotations and cutting-edge forms in a city which, not unlike other major Asian cities, is already hurting into the future. The project is based on transparency and lightness of image, radically reinventing the physical support of a communication system that draws on all the latest multimedia technology. The former premises, with their rigid layouts, are reinterpreted along much freer lines, a carefully gauged sense of disorder and smoothly flowing spaces in search of a continuum made of what are only apparently random signs, ranging from soft convexity and concavity, screens an diaphragms that make the museum layout full of unexpected turns, dilating and extending its interiors.
Client – Seoul Metropolitan Governnment, Diamond ltd
Team – Raffaella Seghetti, Sabrina Lucibello, Patrizia Salvatori, Francesco Ruperto, Alessandro Santonati, Misuk Jee, Lucia Sulis, Barsam Thermes, Roberto Creton
With – Giovanni Bulian, Corrado Terzi, Riccardo Fibbi, Carolina De Camillis, Paolo Monesi, Giorgio Pala, Nicola Calistroni
Tasks – Preliminary design, design development
B&B casa Botteghe
Ristrutturazione di un rustico storico nel cuore di Capri, accanto alla famosa Piazzetta, in una struttura ricettiva tipo Casa Vacanze.
La scelta tipologica di materiali e dei colori tipici dell’isola caprese (maioliche di Vietri e colori predominanti tra il bianco e l’azzurro) rendono lo spazio molto luminoso e arioso. Le volte a crociera impostate fino a quota 4 metri e 30 permettono la realizzazione di un piccolo soppalco per impostare due posti letti aggiuntivi.
La zona giorno si compone di una cucina lineare in muratura rivestita di maioliche e di una zona pranzo divisa dall’ingresso da una “gelosia” che ricorda l’ambiente marino.
Casa Steidl
La richiesta era quella di una casa di vacanza per i fine settimana ma anche una casa nella quale fosse possibile viverci a lungo, ma i limiti edificatori non permettevano maggiori dimensioni. L’area dove sorge è connotata dalla presenza di alcuni grandi massi di conglomerato pietroso. Il progetto condiviso, prevedeva un grande ambiente polifunzionale cucina, soggiorno al piano terreno, un ambiente di sgombero al piano interrato e due camere da letto e due bagni al primo livello, una sorta di “existence minimum” per la vita contemporanea di una piccola e colta famiglia italiana nella campagna sabina. La casa è immersa in un oliveto secolare e con una vista spettacolare di una parete di collina ricoperta da un bosco primigenio di macchia mediterranea che con il suo mutare continuo di colore e luce crea la visione esterna della casa, l’orizzonte del cielo e il cielo dell’orizzonte diagonale. La casa è tutta pensata per questo panorama prettamente naturale, dove l’elemento antropico è dato dal punto di vista privilegiato della grande finestra contenuta da ampie e generose murature parte in pietrame misto e spoglio esattamente come l’antico muro e costituite all’interno di una muratura fittile e intonaco. Un grande camino, il cui retro è un contenitore, ma anche un pilastro per l’edificio e un riscaldamento per l’inverno. La cucina, per quanto possibile vera e comoda, è nascosta dietro a questo elemento del camino permettendo contiguità e anche separazione. I muri sono rifiniti con intonaco a calce a cui poi è seguita una pitturazione, sempre a calce, che ha potuto avere la giusta carbonatazione, creando degli interessanti effetti di velatura e trasparenza, assolutamente naturali. I muri non offrono un certo definito limite ma al contrario rivelano – come nell”acquarello- degli altri livelli. Nel piccolo è essenziale la cura del particolare, perché tutto diventa immediatamente protagonista. Questa architettura moderna non ha tempo, ma è “classica”, conosce l’antico il rinascimento il barocco e la contemporaneità, come le stratificazioni tipiche della nostra cultura che nei casi migliori diventano semplicemente l’aspirazione del nostro modus operandi di fronte a qualsiasi intervento e a qualsiasi luogo. La costruzione poggia le sue basi su un grande masso di roccia e in parte nel terreno argilloso, è stata studiata una fondazione mista ed è stato conservato ed inglobato il vecchio muro. La struttura è in c.a. e le murature sono in poroton da trenta e pietra per uno spessore di altri trenta centimetri circa. La vetrata è della schuco e i vetri sono basso emissivi e antisfondamento, un apposito alloggiamento è stato previsto all’interno della vetrata per una griglia in ferro scorrevole. Per ragioni termiche e di opportunità estetica è stata prevista e realizzata una grande tenda di color naturale all’esterno della vetrata e delle aperture nella stessa per permettere un ottimale raffrescamento e ricambio d’aria. Il riscaldamento è di tipo tradizionale a gas gpl coadiuvato dal turbo camino che con le sue bocchette orientabili contribuisce notevolmente nella stagione invernale a riscaldare la casa, vi è anche a poca distanza un piccolo impianto solare per la produzione di acqua calda sanitaria. Per il tetto a falda unica, si è evitato l’utilizzo della grondaia a vista preferendo una canalizzazione interna non visibile da fuori, ma ottimale sia per il defluvio delle acque meteoriche che per la protezione della facciata principale. La scala in ferro trattato al naturale, collega i tre livelli esistenti occupando uno dei lati di muro a fianco della vetrata l’altro è occupato dalla parte lavanderia della cucina e nascosta dal resto dell’ ambiente principale, tutti gli infissi sono in alluminio colorato ad eccezione del portone d’ingresso che è stato realizzato in legno e ferro.
Vasca Castel S.Pietro
Importante lavoro di progettazione e restauro all’interno di un castello del XI secolo. In questo lavoro articolato, elementi architettonici e particolari tecnici sono stati ripresi e adattati in base alle esigenze dei committenti. Nel “giardino segreto”, o corte piccola del castello, sono state messe a dimora, durante il restauro, piante classiche, come la vite del pergolato di pizzutello bianco, e sono stati utilizzati materiali raffinati e insoliti, come la pavimentazione in pietra bianca sgrezzata di montagna, rara e più pregiata rispetto alla pietra di fiume levigata, posta in opera su letto di sabbia. Sempre in questa zona, un’antica vasca, usata per il bucato e l’abbeveraggio dei cavalli, è stata trasformata in piscina. Qui, accanto ai materiali tradizionali e di recupero, come le pietre di marmo rosso di catino e bordi di mattoni fatti a mano, sono stati inseriti il dispositivo di nuoto controcorrente e il riscaldamento, ottenuto da pannelli solari, che permettono la fruizione della piscina per un lungo periodo dell’anno. Insieme alle finiture della parete di fondo, in coccio pesto in colore naturale e sabbia, usati all’interno della vasca, caratteristici anche della scaletta e del sedile realizzati in muratura, compaiono elementi di valore evocativo, come il camino d’angolo, esistente originariamente, e le colonne di mattoni che servivano a sostenere le travi di legno della copertura.
Loft
Il progetto è relativo al restyling di un loft progettato alcuni anni fa in rigoroso stile minimalista. Il proprietario desiderava aggiungere un tocco di gentilezza e colore all’austerità degli spazi esistenti, senza però dover intraprendere interventi di ristrutturazione pesante. L’obiettivo è stato raggiunto innanzitutto ridefinendo e precisando le funzioni dei diversi spazi, che nonostante la loro ampiezza erano caratterizzati da una certa indeterminatezza; parallelamente è stato adottato un approccio puntuale nella scelta dei colori, delle finiture e dell’illuminazione, che è stata interamente riprogettata. L’insieme di questi dettagli contribuisce a dare agli spazi quel calore e quella intimità desiderata dal proprietario, nel pieno rispetto della struttura esistente.
Photo by Arianna Palano
SUPER G&G
Protagonista dell’intervento è il collegamento verticale tra i due livelli. La scala genera la divisione degli spazi in senso verticale (zona notte sotto, zona giorno sopra) e in senso orizzontale (camere e utilities al piano nono, cucina e soggiorno al piano decimo). I materiali che costituiscono la scala sono stati scelti per ottenere una forte caratterizzazione e per assicurare la trasparenza permettendo così alla luce naturale di arrivare anche al piano inferiore. Ciò che permette alla zona giorno di essere uno spazio continuo e aperto sono gli ampi passaggi vetrati sulla terrazza.